Periodicamente, tutti gli aerei della flotta Alitalia devono compiere una serie di manutenzioni programmate. In alcuni casi, tuttavia, si verificano anomalie o malfunzionamenti che necessitano di un intervento d’urgenza, così come accade a chi di noi ha mai avuto bisogno del pronto soccorso.
È questo il caso dell’Airbus A320 EI-DTG “Ludovico Ariosto”. Dopo aver effettuato l’ultimo volo AZ1380 Genova-Roma lo scorso 6 aprile 2019, il velivolo non ha compiuto altre tratte del normale servizio passeggeri, rimanendo perciò in sosta a Fiumicino. Problemi tecnici ne imponevano il trasferimento a Napoli, dove avrebbe potuto essere controllato e riparato da parte della partecipata Atitech.
Ciò che ha reso il volo di trasferimento AZ8019 decisamente fuori dall’ordinario è stato il fatto che avrebbe dovuto essere compiuto mantenendo costantemente esteso il carrello di atterraggio.
Com’è noto, la resistenza all’aria dei carrelli fa sì che esistano dei limiti di velocità ben precisi, al di sopra dei quali non viene garantita la stabilità e la controllabilità dell’aeroplano. Nello specifico, esiste un valore VLE che è la massima velocità consentita con il carrello esteso, e uno o due valori VLO che invece rappresentano la velocità più alta a cui il carrello può essere manovrato, ovvero estratto o retratto. Nel caso degli Airbus A320, la VLE è di 280 nodi (518 km/h), la VLO in estrazione è pari a 250 nodi (463 km/h) e la VLO per la retrazione non deve superare i 220 nodi (407 km/h).
Cosa succede quindi se un aereo deve volare col carrello esteso? Semplice: non può andare molto veloce, e ciò significa anche che la sua quota – considerando il resto del traffico presente sulle stesse aerovie – non può essere molto elevata. In parole povere, per arrivare a Napoli, il “Ludovico Ariosto” in configurazione gear down ha dovuto seguire un piano di volo che prevedeva una quota massima di crociera di 9000 piedi, corrispondenti a circa 2750 metri.
Alle 13:40 locali dell’11 aprile 2019 l’Airbus EI-DTG ai comandi di Pierpaolo Di Giuseppe e del primo ufficiale Gianni Ghetti – ovviamente senza assistenti di volo né passeggeri paganti a bordo – ha iniziato il push back a Fiumicino e alle 13:51 era già in corsa di decollo sulla pista 25 dello scalo romano. Dopo la prevista serie di virate verso sud-est, alle 13:56 l’aereo si è stabilizzato sulla quota di crociera stabilita di 9000 piedi, che ha mantenuto sorvolando il Tirreno e passando sopra l’isola di Ponza alle 14:09. Alle 14:25, volando sul capoluogo campano, ha iniziato la progressiva discesa verso Capodichino, dov’è regolarmente atterrato alle 15:39 locali. Durante l’intero volo, l’A320 Alitalia non ha mai superato i 450 km/h di velocità riferita al suolo; da notare che in condizioni normali la tratta Roma-Napoli prevede il raggiungimento di una quota di 7000 metri e una velocità di 780-790 km/h.
Ora l’aereo è entrato in manutenzione ed è prevedibile che vi resti per diversi giorni prima di poter rientrare a Fiumicino e riprendere così il normale servizio di linea.
Fonti: FlightRadar24, FlightAware
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