Cosa rende davvero indimenticabile un evento? Sicuramente l’irripetibilità e la rilevanza storica, ma anche il riuscire a coglierne l’essenza, l’atmosfera, il vero significato. E per renderlo memorabile non c’è sempre bisogno che il momento sia di importanza planetaria. A volte basta saper dare lo sguardo giusto alle azioni quotidiane, quelle a cui partecipano in molti, ma che quasi tutti sembrano non notare. Questa è la storia di un progetto partito da lontano, ma che coglie alla perfezione tutto ciò che può accadere durante una delle normali operazioni aeroportuali.
Mentre saliamo o scendiamo da un aeroplano, quasi sempre un po’ svogliati e disattenti, non ci rendiamo conto di tutte le decine di attività simultanee che accadono a terra e intorno a noi. Ancora prima che un aereo arrivi, il personale di terra è già in attività: la torre ha fornito ai piloti il numero della pista su cui atterrare, spesso anche il raccordo da prendere e la piazzola in cui fermarsi; i mezzi dei responsabili dello scarico e carico bagagli sono in “preallarme”, gli operatori del finger o delle scalette sono pronti ad intervenire, il rampista per la tratta successiva del volo è già in attività, così come gli autisti delle autobotti per il rifornimento, del catering per la gestione dei pasti di bordo e del trattore per il successivo push back necessario alla ripartenza dell’aereo.
L’insieme di tutte le operazioni che consentono di accogliere un aereo all’arrivo e prepararlo per la successiva partenza, ovvero di completare lo sbarco, l’imbarco e il rifornimento, è denominato turnaround. E quasi nessun passeggero si accorge delle persone che rendono possibile tutto ciò.
Ed è anche con l’intento di dare visibilità al lavoro del personale di uno scalo e di supporto a un aereo che Fabio Sorce, fotografo fondatore dell’associazione Roma Spotters attiva all’aeroporto di Roma Fiumicino, tempo fa ha proposto all’ufficio stampa Alitalia un progetto visivo che mostrasse nel dettaglio queste operazioni. Per riuscirci era necessario organizzare una serie di riprese in timelapse.
Il timelapse è una particolare tecnica fotografica che permette di ottenere un filmato composto da sequenze di foto montate in modo che ogni singolo scatto rappresenti un fotogramma del video. La riproduzione del filmato mostra un’azione accelerata di eventi normalmente molto estesi nel tempo, come per l’appunto la preparazione di un aeroplano al volo.
«Da tempo volevamo realizzare questo timelapse del turnaround» racconta Fabio Sorce. «Un filmato timelapse sarebbe stato perfetto per i social, perché dura poco e può mostrare dettagli che normalmente non si vedono», ha aggiunto Fabio. Un progetto realizzato grazie alla disponibilità e competenza di Marco Gismondi, Massimiliano Ciprelli e Fabrizio Breschi: tre fotografi dell’associazione Roma Spotter.
«L’area comunicazione di Alitalia», racconta Fabio, «ha coinvolto la direzione operativa nella pianificazione del video. Insieme a loro è stato svolto un sopralluogo per controllare sia l’illuminazione che l’ambiente, individuando le possibili aree da cui effettuare le riprese e i vari angoli per le inquadrature. In accordo con i responsabili dello scalo di Fiumicino era stato selezionato uno dei finger del molo E, perché era stato ritenuto necessario mostrare il passaggio dei passeggeri nel corridoio a vetri durante lo sbarco e il successivo imbarco».
Che aereo mostrare? Per praticità si era pensato a un aereo del medio raggio che però sfoggiasse l’ultima livrea Alitalia. Un Airbus A321 sarebbe stato perfetto, ma solo due velivoli di questo tipo sono stati dipinti con la livrea più recente, per cui la scelta era davvero limitata.
A settembre 2018 si è quindi selezionato appositamente un volo extra Schengen che potesse arrivare al molo E dell’aeroporto di Fiumicino. Nello specifico, si è scelto un volo in arrivo da Londra che sarebbe successivamente partito per Tirana, in Albania. La data prescelta: il 15 novembre 2018.
Tutti i permessi, le precauzioni e l’organizzazione delle persone coinvolte sia nel progetto che nella gestione del turnaround del velivolo erano state stabilite nei dettagli, ma come spesso accade in progetti complessi, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. «All’ultimo minuto c’è stato un cambio delle squadre degli Aeroporti di Roma, il gestore dello scalo», racconta Fabio Sorce. «Per noi era indispensabile fare arrivare l’aereo giusto alla giusta piazzola. Quando l’A321 è atterrato sulla pista 16R l’emozione era tanta. In caso di problemi non potevamo fermare nulla: era una situazione “One Shot”, impossibile da ripetere», ricorda Fabio. Per le riprese, la piazzola prescelta era la 609 angolare: una di quelle con intorno maggior spazio a disposizione, usata normalmente per gli aerei di maggiori dimensioni, come l’Airbus A380.
Ma le incognite erano tante. A partire da un elemento fondamentale per ogni fotografo: la messa a fuoco. Mancando il soggetto, che sarebbe giunto nel punto stabilito solo all’ultimo minuto, non si poteva essere sicuri che all suo arrivo fosse fuocheggiato perfettamente. Perciò per le riprese, insieme a Marco Gismondi era stata adottata la cosiddetta tecnica dell’iperfocale (un calcolo tra distanza del soggetto, impostazione del diaframma e messa a fuoco sugli obiettivi di ripresa) che avrebbe permesso di ottenere la massima ampiezza possibile dell’area in cui le immagini fossero perfettamente a fuoco.
Nell’incontro preventivo con il responsabile del Ground, ovvero per lo scarico e il carico dell’aereo, Fabio aveva espresso la necessità di dovere rimettere a fuoco con precisione l’aereo dopo il suo arresto in piazzola. «Per noi, appena l’aereo arriva è “tacchi, birilli e stiva”», aveva risposto il responsabile, lasciando intendere che le operazioni necessarie sarebbero state l’inserimento dei cunei per il bloccaggio delle ruote, il posizionamento dei coni di plastica a delimitare le aree di sicurezza e la gestione dei bagagli nella stiva del velivolo. «Se per voi non è un problema, all’arrivo dell’aereo mettete soltanto i tacchi e aspettate un minuto, così noi possiamo mettere tutto perfettamente a fuoco», chiese Fabio. E così è stato; anche l’operatore del finger ha aspettato il via libera dai fotografi prima di avanzare ed aderire al portello anteriore dell’aereo.
Per la realizzazione del filmato timelapse sono state utilizzate in tutto otto fotocamere diverse: cinque Sony (A7RIII, A7S, A7R, A5000 e A5100) e tre Nikon (D4, D750 e D300s). Su sei delle macchine sono stati montati obiettivi grandangolari da 24mm, mentre sulle restanti due i fotografi hanno usato un medio tele da 135mm e uno zoom 70-200. Il posizionamento delle macchine intorno all’aereo era stato studiato attentamente a tavolino: due si trovavano davanti al muso, sopra una scala mobile che si usa per sbarcare i passeggeri quando non c’è il finger, due davanti alla porta cargo anteriore del velivolo, una coppia davanti alla porta cargo posteriore, una davanti al finger e una nella parte posteriore sinistra dell’aereo. Tutte le fotocamere avevano la stessa impostazione: ISO 200 di sensibilità, diaframma chiuso a f/5,6, tempo di posa di 2 o 3 secondi in base alla macchina e intervallo tra due scatti della stessa sequenza pari a 3 o 4 secondi.
Soggetto delle riprese è stato l’A321 I-BIXP “Carlo Morelli”, un fidato velivolo in servizio con Alitalia da più di 22 anni. «Durante tutta la prima parte dello scarico dei bagagli dalla stiva non abbiamo avuto accesso alle macchine, mentre ci è stato consentito durante le fasi di carico e di push back», ricorda Fabio. I quattro fotografi hanno effettuato in tutto circa 5800 scatti, per quasi 2 ore complessive di riprese.
La post produzione è avvenuta sulle 30 singole clip realizzate, utilizzando il software Adobe Lightroom (per l’elaborazione dei 170GB di file RAW e per la correzione cromatica), LRTimelapse per eliminare il flickering, ovvero lo sfarfallio tra i diversi fotogrammi di una sequenza, Adobe AfterEffect per comporre la clip e in ultimo Apple Final Cut Pro per il montaggio finale. Ogni clip di 3/4 secondi ha richiesto una lavorazione di 35/50 minuti, a seconda del caso.
Da notare che il giorno successivo Fabio Sorce e i suoi amici fotografi hanno realizzato le riprese di un secondo timelapse, dedicato questa volta al cambio pneumatici dell’ammiraglia della flotta Alitalia: il Boeing 777-300 “Roma”. Essendo però una ripresa effettuata di giorno in un’area tecnica preclusa ai passeggeri, e soprattutto con molto più tempo a disposizione, si è trattato – a detta di Fabio – di un lavoro molto più semplice del precedente.
Utilizzando le competenze tecniche degli spotter, che in questo caso hanno dimostrato di essere non semplici appassionati di riprese di aeroplani, ma veri esperti di livello professionale, Alitalia ha ottenuto un risultato davvero straordinario. Infine è doveroso un ringraziamento di cuore a Fabio Sorce, Marco Gismondi, Massimiliano Ciprelli e Fabrizio Breschi che grazie alla loro determinazione, passione e competenza hanno permesso di renderci davvero conto di cosa accade a ogni aereo che arriva e riparte da un aeroporto.
Diego Meozzi
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