Questo periodo post-pasquale ha visto succedersi a ritmo serrato diverse vicende riguardanti alcuni aerei Alitalia.
Il primo maggio 2019, il volo AZ620 con destinazione Los Angeles ha effettuato il “push back” allo scalo di Roma Fiumicino alle ore 9:26 locali. Dopo aver percorso il raccordo A, il Boeing 777 EI-DBK “Ostuni” si è allineato sulla testata della pista 16R e alle 9:48 è decollato alla volta della megalopoli californiana, con un ritardo di 38 minuti rispetto all’orario previsto. Dopo la consueta virata sul Tirreno, l’aereo si è immesso su una rotta nord-ovest (308°) stabilizzandosi alle 10:12 ora italiana sulla quota assegnata di 32.000 piedi (circa 9750 metri), durante il sorvolo del tratto di mare tra la Corsica e l’isola di Capraia. A bordo erano presenti 26 passeggeri in classe Magnifica, 18 in Business e 179 in economy e tutti si stavano ormai preparando al lungo volo, che normalmente viene compiuto in circa dodici ore e mezzo, necessarie per percorrere gli oltre 10.000 chilometri di distanza tra Roma e Los Angeles. Tra i presenti a bordo, anche il regista Paolo Sorrentino.
L’aereo ha effettuato la traversata atlantica senza particolari degni di nota; alle 14:34 ora italiana il Boeing 777 ha iniziato a sorvolare la Groenlandia, alle 15:58 è passato sull’isola di Baffin e alle 16:55 ha sorvolato l’isola Coats a un’altitudine di 36.000 piedi. È stato in quel momento che l’equipaggio di condotta, composto dal comandante Andrea Marconi e dai piloti Stefano Bonci e Lorenzo Lisi, si è accorto che la pressione delle bombole dell’ossigeno che alimentano il sistema di emergenza presente nella cabina di pilotaggio stava scendendo al di sotto del livello minimo. Queste bombole hanno una pressione iniziale di circa 125 atmosfere e servono ad alimentare le maschere di ossigeno che i piloti devono indossare in caso di depressurizzazione oppure di fumo a bordo. Se la funzionalità di queste bombole non è al 100%, per ragioni di sicurezza l’aereo non può proseguire alle alte quote che normalmente vengono percorse durante i viaggi intercontinentali. Di conseguenza, per rientrare nei parametri di sicurezza l’aereo avrebbe dovuto scendere fortemente di livello, ma in questo caso il consumo dei motori sarebbe aumentato e pertanto non sarebbe più stato possibile raggiungere lo scalo di Los Angeles.
Dopo una consultazione con la compagnia, si è perciò deciso che il B777 “Ostuni” avrebbe dovuto dirottare sull’aeroporto di Toronto: il più vicino tra quelli del continente nordamericano in cui tecnici Alitalia avrebbero potuto intervenire in maniera tempestiva. La decisione non è stata facile, soprattutto considerando che lo scalo aggiuntivo avrebbe comunque necessitato di quasi tre ore di volo per essere raggiunto. L’aereo pertanto ha virato di 90 gradi sulla sinistra, immettendosi su una rotta di 169° diretta quasi perfettamente verso sud. Alle 19:40 ora italiana, il Boeing è atterrato sulla pista 05 dell’aeroporto Pearson di Toronto e si è portato sulla posizione 527 del Terminal Infield. Qui i passeggeri hanno dovuto attendere per circa due ore senza poter essere sbarcati, il che ha provocato qualche malumore, in particolar modo a un passeggero statunitense che voleva scendere a tutti i costi dall’aereo e ha dato in escandescenze. Fortunatamente il passeggero è stato tranquillizzato dall’efficiente personale di cabina, composto da Flavia Coccolo, Paola Lupi, Simona Petrozzi, Mario Sala, Fabrizio Boria, Nicola Norelli, Sebastiano Rocco Morabito, Barbara Dicuonzo, Andrea Damiani, Marlene Bothma e Fabrizio Illiano. Va specificato che l’attesa sul suolo canadese era dovuta non solo all’intervento dei tecnici Alitalia per ovviare all’inconveniente riscontrato, ma anche alla stesura di un nuovo piano di volo e al rifornimento di carburante per il proseguimento fino in California.
Alle 21:34 ora italiana l’aereo, a cui era stato assegnato il nuovo numero di volo AZ62N, dopo avere superato tutti i controlli tecnici ha iniziato il rullaggio e 11 minuti dopo è decollato sempre dalla pista 05 di Toronto. Una volta ripreso il volo verso ovest, l’Ostuni ha percorso i 3500 km che lo separavano dalla “città degli angeli”, atterrando finalmente alle 02:40 ora italiana sulla pista 24R dell’aeroporto internazionale di Los Angeles, senza ulteriori problemi. «Quando ti dicono che si deve fare un’atterraggio di emergenza, fino a quando non metti i piedi a terra non sei tranquillo» ha dichiarato Gian Maria Busetto, passeggero presente su quel volo. «Il personale è stato molto professionale e molto serio, a partire dal comandante fino all’ultimo membro dell’equipaggio. Nonostante la vicenda poco piacevole, ci hanno messo a nostro agio» ha concluso Busetto.
Lo stesso giorno dall’aeroporto di Capodichino è decollato il volo AZ8006. Si è trattato del rientro a Fiumicino dell’Airbus A320 EI-DTG “Ludovico Ariosto”, che era rimasto in manutenzione alla Atitech di Napoli dallo scorso 11 aprile. Gli interventi effettuati sull’aereo sono stati il cambio dei carrelli per scadenza dei termini di impiego (non per avaria) e un’estesa serie ispezioni sui vari impianti per un totale di 474 controlli che hanno portato all’identificazione di 344 inconvenienti minori, tutti risolti prima del rientro in linea del velivolo.
Una volta rientrato a Roma, l’Airbus appena revisionato ha immediatamente ripreso il normale servizio, compiendo il volo AZ1595 che lo ha portato a decollare alle 17:20 del 1 maggio per atterrare a Cagliari alle 18:11.
Infine, dopo un’assenza di ben 13 anni, il 2 maggio 2019 Alitalia è tornata a collegare Roma con Washington DC (USA). Era infatti dall’ottobre del 2006, quando volava fra Milano Malpensa e Washington Dulles International, che la compagnia italiana non includeva la capitale degli Stati Uniti fra le proprie destinazioni di lungo raggio. Il nuovo collegamento diretto è stato inaugurato all’aeroporto di Fiumicino, con una cerimonia speculare all’arrivo nello scalo americano alla presenza dell’ambasciatore italiano Armando Varricchio. La tratta è gestita utilizzando un Airbus A330-200, che trasporta 249 passeggeri in una configurazione a tre classi, con 19 in Magnifica Business Class, 17 in Premium Economy e 213 in Economy e prevede cinque collegamenti alla settimana: da Fiumicino ogni lunedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica alle ore 9.30 per atterrare al Dulles alle 16.15 (ora locale) dopo 10 ore di volo. Negli stessi giorni della settimana, da Washington alle 16.15 (ora locale) per fare ritorno a Roma alle 7.00 del mattino successivo, dopo 8 ore e 45 minuti di volo.
Il volo inaugurale è stato compiuto dall’Airbus A330 EI-EJO “Tiziano” ai comandi del comandante Alessandro D’Agostini, coadiuvato dai piloti Massimo De Camilli e Davide Montegrosso. Decollato dalla pista 25 di Fiumicino alle 9:56 locali con a bordo 15 passeggeri in Magnifica, 8 in Premium Econonomy e 80 in Economy, dopo 9 ore e 3 minuti di volo, che naturalmente ha compreso la trasvolata atlantica, l’aereo è atterrato sulla pista 19 L dello scalo statunitense. Come vuole la tradizione, l’aereo è stato salutato da una salva di water cannon sparata dai mezzi antincendio dello scalo statunitense. Il volo di ritorno, compiuto dallo stesso aereo ma con un altro equipaggio, ha visto a bordo 13 passeggeri in Magnifica, 12 in Premium Economy e 152 in Economy.
Fonti: FlightRadar24, FlightAware, Ufficio stampa Alitalia
Si ringrazia per la collaborazione Gian Maria Busatto, Massimo Costa e per la segnalazione Lorenzo Paulon
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