Scrivere storie di volo non è facile: chi le ha vissute in prima persona può tendere ad enfatizzarle, mentre chi le ha studiate solo sulla carta rischia di renderle aride o semplicemente noiose. Per trovare il giusto equilibrio bisogna essere ciò che si dice “una buona penna” e Filippo Nassetti, giornalista responsabile in Alitalia delle relazioni con i media e coordinatore della rivista di bordo Ulisse, è tra quegli esempi piuttosto rari in campo aeronautico.
La sua opera prima è intitolata Molte aquile ho visto in volo – Vite straordinarie di piloti ed è un libro che offre una panoramica di grande coinvolgimento emotivo su alcune figure rappresentative di piloti, primo fra tutti il fratello Alberto, tragicamente scomparso in un incidente avvenuto nel 1994, nel corso di un volo di collaudo a bordo di un Airbus A330.
Il volume, edito da Baldini+Castoldi e La Nave di Teseo e pubblicato a luglio 2020, è un libro agile e di lettura estremamente scorrevole, destinato in egual misura agli appassionati di volo e ai semplici curiosi, ovvero a chi si è sempre chiesto “che tipi siano” gli uomini (e le donne) ai comandi di un aereo di linea.
Come già accennato, il filo conduttore del libro è la narrazione intensa e piena di affetto – senza mai scivolare nello stucchevole – della vita straordinaria di Alberto Nassetti: un ragazzo con grandissime doti che coltivando la propria passione per il volo diventa pilota Alitalia, passa attraverso lo spaventoso calvario di un’operazione per la rimozione di un tumore al cervello e nonostante tutto riesce caparbiamente a rientrare in servizio, prima di incontrare la morte come osservatore a bordo di quel volo sfortunato.
Filippo Nassetti è molto bravo a focalizzare la figura di Alberto e fra le righe si intuisce che forse avrebbe voluto raccontare molto di più sulle vicende del fratello maggiore, ma giustamente il racconto resta sui binari dell’essenzialità, senza sbavature, ma con una commovente sottotraccia di ammirazione e malinconia per una figura di riferimento che non c’è più.
Ad arricchire la narrazione vi sono numerose altre vicende che si intersecano con la storia principale, tra le quali la più incisiva è probabilmente quella di Pier Francesco Amaldi Racchetti, oggi primo ufficiale Ryanair e figlio di Pier Paolo, il quale come pilota Alitalia e osservatore aveva trovato la morte all’aeroporto di Tolosa, proprio assieme ad Alberto Nassetti.
Molte aquile ho visto in volo illustra però anche le vite di diversi altri piloti: Marco Conte (in Alitalia) appassionato dell’Africa e fondatore di una Onlus che ha permesso di costruire una trentina di pozzi per l’acqua in Mali; Tullio Picciolini (Alitalia) che si divide tra la passione del volo e quella delle traversate marine a vela; Dino Iuorio (comandante Ryanair) che quando non ha le mani sulla cloche scala montagne in giro per il mondo e si occupa di soccorso alpino in elicottero; Antonino Vivona (ex pilota Alitalia e ora istruttore di volo) già nelle Frecce Tricolori durante il tragico incidente a Ramstein nel 1988; Francesco Miele (Easyjet) che racconta come sia riuscito a tornare a volare nonostante la perdita di una gamba a causa di un incidente motociclistico.
Le storie narrate sono molto varie tra loro ma tutte assai coinvolgenti: ognuna è descritta in modo da consentire al lettore di intravvedere a sprazzi – ma con estrema chiarezza – le personalità dei vari piloti, che restano tenacemente impresse nella mente. Sono come lampi nel buio che illuminano i volti di persone diverse e che poi, tornata l’oscurità, permangono sulla retina come bagliori. Le pagine scorrono veloci, forse troppo. In poche ore si giunge alla fine del libro con il desiderio di leggere ancora, di seguire altre storie avvicenti, di avere nuovi panorami umani da scoprire.
Se proprio si vuole trovare qualche difetto a questo libro non lo si deve cercare né nella scrittura né nella trattazione degli argomenti, quanto in un editing forse un po’ svogliato da parte della casa editrice, che lascia qualche refuso e piccola incongruenza di troppo, e in un aspetto esteriore un po’ dimesso.
In ogni caso, il pregio maggiore di Molte aquile ho visto in volo è quello di mostrare i piloti nella loro vera essenza: né superuomini, né esaltati, né privilegiati, ma persone con una sana e travolgente passione per orizzonti infiniti e cieli sconfinati e che niente e nessuno può tenere segregati a terra, come narrato con grande partecipazione e delicatezza da Filippo Nassetti.
E se mai salirete a bordo di un Boeing 777 Alitalia, date un’occhiata al suo nome di battesimo: potreste scoprire di volare sull’I-DISU “Alberto Nassetti” o sull’I-DISE “Pierpaolo Racchetti” e ricordarvi dei loro sogni e delle loro vite, trascorse dove le nuvole danno spazio alle stelle.
Diego Meozzi
Molte aquile ho visto in volo. Vite straordinarie di piloti
Filippo Nassetti
144 pagine, formato 14,5×21 cm
ISBN: 9788893883269
Pubblicato il 9 luglio 2020
Baldini+Castoldi
https://www.baldinicastoldi.it/libri/molte-aquile-ho-visto-in-volo/
€ 15,00
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!