Ci sono immagini che fanno epoca e rimangono stampate indelebilmente nell’immaginario collettivo. Per molti decenni le immagini più celebri dell’aeroporto di Fiumicino sono state riprese dal duo composto dai fotografi Elio Vergati e Nevio Mazzocco. Più di recente è stato invece il fotografo Fabio Sorce, in collaborazione con Alitalia e la Polizia di Stato, a creare un portfolio di immagini spettacolari e assolutamente inedite dello scalo romano, immortalato per la prima volta da riprese effettuate a bordo di un elicottero. Siamo lieti di presentare in anteprima un’ampia collezione di foto (la maggior parte delle quali inedite) forniteci dall’autore, che ringraziamo di cuore.
Diego Meozzi
Ore 5.55: il cielo è ancora nero. L’appuntamento davanti alla base militare di Pratica di Mare è nell’oscurità. Qui ci vediamo con il commissario capo pilota Matteo Colasanti, responsabile delle operazioni del 1° reparto volo della Polizia di Stato. Nei giorni scorsi abbiamo pianificato con lui, con l’ausilio di mappe, le aree da sorvolare, per questo servizio fotografico sull’aeroporto di Fiumicino, il nostro hub. Per farlo ci avvaliamo della collaborazione della Polizia, a cui è adibito il compito di garantire la sicurezza delle operazioni, con un costante monitoraggio (anche) dall’alto. L’equipaggio è formato da due piloti (che diversamente dai voli di linea, si siedono inversamente, co- mandante a destra e primo ufficiale a sinistra) e due tecnici.
A immortalare la flotta Alitalia, dall’insolita prospettiva dall’alto, sono Fabio Sorce (foto), e Marco Gismondi (video), del Roma Spotters Club, l’associazione di appassionati dell’aviazione che ogni giorno si dà appuntamento nei dintorni dello scalo per fotografare aerei in decollo e in atterraggio. Dopo un rapido briefing sugli aspetti di sicurezza, si sale a bordo di uno degli elicotteri AgustaWestland AW139 in dotazione alla Polizia (in totale la flotta basata a Pratica di Mare è di 19 velivoli, di cui 13 elicotteri). A bordo tutti imbragati, compresi gli zaini, perché si vola con il portellone aperto, per offrire la più ampia libertà ai teleobiettivi.
Con il chiarore dei minuti precedenti all’alba ci si posiziona a nord, sopra la pista 16R ad attendere gli arrivi dal Sud America. Poi si passa alla 16L per catturare invece la flotta di medio raggio. Il pilota è in continuo contatto con la torre di controllo per coordinare le operazioni, a bordo tutti dotati di cuffie per parlarsi sopra il rumore delle pale. Si scruta il cielo in cerca delle caratteristiche landing lights, che svelano lo sbucare dall’orizzonte di quegli aerei che abbiamo visto in avvicinamento sulle app che ne tracciano le rotte. Sorvoliamo le piazzole dove gli aerei attendono i passeggeri e ne approfittano per le ultime verifiche, per poi arrivare alla zona tecnica degli hangar dove si svolgono le attività di manutenzione. Si rientra in base dopo un’ora e mezza di attività. Il tempo di riposarsi, controllare gli scatti e poi si riparte per un altro volo.
Filippo Nassetti (Ulisse, febbraio 2020)
Intervista allo spotter Fabio Sorce
Com’è nata l’idea di effettuare un servizio fotografico in volo?
Tutto è iniziato due anni e mezzo fa: proposi ad Alitalia l’idea di una ripresa in volo degli aerei in atterraggio e in decollo, mostrando come esempio gli scatti di un 787 in volo sull’Atlantico, realizzati tempo fa da Air France. L’ufficio stampa Alitalia ne fu entusiasta, ma naturalmente non c’erano fondi a disposizione e gli ostacoli sembravano essere tanti. Inizialmente si era pensato di coinvolgere l’Aeronautica Militare, dato che esisteva già un rapporto di collaborazione con la Compagnia, ma in realtà l’unico organismo autorizzato ad effettuare sorvoli di una zona aeroportuale è la Polizia di Stato ovvero Polaria
Come ti sei organizzato dal punto di vista burocratico e gestionale?
Ovviamente sarebbe stato impossibile senza il supporto di Alitalia e della Polizia, oltre alle necessarie autorizzazioni da parte del Ministero competente. Tutto doveva essere pianificato, ma non c’erano limitazioni particolari né di orario, né di durata del volo, né di posizione per le riprese, chiaramente restando entro i parametri di sicurezza. La Polizia avrebbe messo a disposizione un elicottero AgustaWestland AW139 del 1° Reparto Volo della Polizia di Stato di Pratica di Mare, con due piloti (il comandante Antonio e il copilota Marco) e due tecnici di supporto per le mie riprese fotografiche e per l’amico Marco Gismondi, che si sarebbe occupato delle riprese video. Il responsabile del volo, Matteo Colasanti, è stato di grandissimo aiuto e anche Saverio Urso, il dirigente del reparto di volo, è stato della massima disponibilità. Tutto il personale ha dimostrato un’altissima professionalità; tecnici e piloti ci hanno fatto briefing e spiegazioni davvero approfonditi.
Come si sono svolti i voli per le riprese?
A noi servivano almeno due voli: uno la mattina presto per gli aerei in arrivo dai voli intercontinentali e uno a metà giornata per le partenze in pieno giorno. Il volo della mattina è partito da Pratica di Mare prima dell’alba del 12 dicembre 2019. Alle 6:50 eravamo già a breve distanza dalla pista 16R di Fiumicino; ho cominciato a scattare da subito, anche perché in quota avevamo già più luce che al livello del suolo. Dopo una prima serie di scatti ci siamo spostati sulla 16L e poi mi sono dedicato alla ripresa dei piazzali, con gli aerei parcheggiati. Durante questa prima fase volavamo a circa 300 metri dalle piste, un po’ all’interno rispetto a viale Coccia di Morto, che corretra l’aeroporto e il mare. Dopodiché verso le 8:00 siamo rientrati a Pratica di Mare. Prima di pranzo è arrivato un nubifragio improvviso che per fortuna si è spostato rapidamente verso sud. Subito dopo siamo ridecollati e verso le 14:00 eravamo di nuovo sull’aeroporto sotto una luce spettacolare: era uscito il sole e le piste erano ancora bagnate per la pioggia, per cui il primo B777 che è decollato ha alzato una quantità di acqua nebulizzata: bellissimo! Abbiamo fatto molte riprese dalla pista 25 e poi abbiamo effettuato un volo in circolo sopra i terminal, ovviamente autorizzati dalla torre. Durante il primo volo ero abbastanza in tensione, mentre nel secondo ero molto più rilassato. Avevo anche imparato a comunicare meglio le mie esigenze di ripresa ai piloti dell’elicottero che perciò orientavano il velivolo sincronizzandolo con gli spostamenti degli aerei che dovevo riprendere.
Quali sono state le difficoltà tecniche che hai incontrato nelle foto dall’elicottero?
Per le riprese del mattino avevo al collo una fotocamera Nikon D4 con un teleobiettivo da 300mm f/2,8. In più ero imbragato, avevo un laccio di sicurezza, le cuffie sulla testa per poter parlare con l’equipaggio dell’elicottero e tutta la mia attrezzatura era legata. Durante il volo il portellone laterale dell’elicottero è rimasto quasi sempre chiuso e veniva aperto solo per consentirmi di fare gli scatti: questo perché eravamo a dicembre e faceva un freddo cane anche per l’equipaggio… Io invece ero riscaldato dall’adrenalina! Mi trovavo poi immerso in un ambiente sottoposto a vibrazioni continue, cosa che non rendeva le cose facili né a me che dovevo inquadrare e scattare, né alla fotocamera che – nonostante avesse un’ottica stabilizzata – in quelle condizioni ogni tanto dava i numeri. Ho sempre lavorato in manuale, tenendo i tempi di posa ad almeno 1/125 di secondo, con la sensibilità ISO impostata in automatico. Durante il secondo volo sono passato alla fotocamera Sony A7R III con obiettivo zoom 100-400mm, perché dopo pranzo ovviamente c’era molta più luce.
In questa tua esperienza, cos’è che ti ha deluso o fatto arrabbiare e cosa invece ti ha sorpreso?
Siamo stati molto fortunati con il tempo, perché le condizioni meteo prima del secondo volo erano pessime: il pilota dell’elicottero aveva detto: “Qua c’è il rischio che non voliamo!” Ma io tenevo d’occhio il temporale con l’app Radar Meteo che mostrava la cella in rapido spostamento, per cui ho potuto rassicurarlo: “Marco: stai tranquillo, questa ci passa sopra e poi decolliamo”. La luce dell’alba era una difficoltà che sono riuscito a gestire: sapevo che riprendere in quelle condizioni mi avrebbe permesso di scattare foto di qualità superiore; per fortuna l’aeroporto era ben illuminato. Non dovevo scattare foto estreme: c’era poco da inventarsi e dovevo sfruttare lo sfondo visibile dalla nostra quota. È stata un’esperienza eccezionale!
Hai in progetto di ripetere l’esperienza?
Mai nessuno ha fatto riprese air-to-air su Fiumicino di questo livello. È un’idea “malsana” che poteva venire solo a un amante della fotografia come me, appassionato di tutto ciò che vola in particolare aerei, jet militari ed Elicotteri. Tieni conto che un elicottero della Polizia potrebbe tranquillamente rimanere in volo per 3 ore, ma la vera difficoltà è stata quella di salirci sopra, perché organizzare il tutto non è stato né rapido né semplice. Spero in futuro di poter avere ancora un’opportunità come questa, perché per me sarebbe molto interessante e stimolante. Se Alitalia comprasse nuovi aerei, come ad esempio l’Airbus A350, sarebbe fantastico fare una ripresa air-to-air del suo arrivo a Fiumicino. Però mi piacerebbe fare anche scatti in ambienti meno impegnativi: sono un amante delle piccole realtà e sarebbe bello fare foto aeree di un piccolo aeroporto in montagna, una piazzola sulle Alpi oppure su un’isola, come ad esempio Capri. Mi farebbe impazzire!
Marco Gismondi: il video delle riprese
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