Com’è noto, Alitalia non ha mai impiegato nella propria flotta aeroplani realizzati nell’Europa dell’est. Ciò nonostante, tra gli appassionati sono piuttosto conosciute le immagini di un Tupolev Tu-104 nella tipica livrea Alitalia degli anni ’70. Com’è possibile? Si trattava forse di un falso, oppure di un ordine per un velivolo che poi non andò a buon fine? O addirittura poteva essere un aereo spia, camuffato con le insegne della nostra compagnia di bandiera? Per fare luce su questa vicenda dai contorni piuttosto misteriosi, abbiamo intrapreso una ricerca che ci ha catapultati negli anni della guerra fredda, quando esisteva ancora il cosiddetto blocco sovietico.
Nel 1975, una co-produzione sovietico-cecoslovacca decise di intraprendere le riprese di un film intitolato Соло для слона с оркестром, vale a dire “Assolo per elefante e orchestra” (Cirkus v cirkuse nella versione cecoslovacca): una bizzarra commedia il cui obiettivo principale era quello di esaltare – in modo molto ingenuo e un po’ sgangherato – la vita circense sovietica. Per qualche imperscrutabile motivo, il regista ceco Oldrich Lipský e i dirigenti della Mosfilm e dei Barrandov Studios (produttori del film) decisero che in una delle scene di apertura doveva essere presente un aereo Alitalia, da cui far scendere uno degli interpreti.
Alcune testimonianze non suffragate da documenti ufficiali affermano che all’epoca la produzione cercò di affittare un DC-8 Alitalia da utilizzare per le riprese all’aeroporto Domodedovo di Mosca, ma il costo richiesto per il noleggio rese impraticabile questa soluzione. I produttori, tuttavia, non si scoraggiarono e decisero quindi di impiegare al posto del DC-8 un vecchio Tupolev Tu-104A che era stato ritirato dal servizio l’anno precedente, per la precisione il 25 aprile 1974, dopo aver compiuto l’ultimo volo da Ostrava a Praga.
Si trattava di un velivolo con numero di produzione 8350801 di proprietà della ČSA Československé Aerolinie, battezzato České Budějovice (città della Boemia meridionale), che era stato prodotto nella fabbrica Tupolev di Charkiv (oggi in Ucraina) e aveva iniziato a volare per l’Aeroflot il 31 gennaio 1959 con marche CCCP-42391. Il 25 febbraio 1963 l’aereo era poi passato alle linee aeree cecoslovacche che ne avevano rinnovato le marche in OK-NDF.
Inizialmente, al Tupolev venne aggiunta la sola scritta Alitalia sulla fusoliera, in posizione centrale, al di sopra della maggiore linea rossa su campo bianco che caratterizzava la livrea ČSA dell’epoca. Ma ci si rese conto che il logo avrebbe dovuto vedersi anche durante l’uscita di uno degli interpreti dalla porta posteriore e che la livrea avrebbe dovuto apparire più realistica e meno posticcia. Per questo, l’intero lato sinistro dell’aereo fu ridipinto presso l’aeroporto di Praga Ruzyně, lasciando la parte inferiore e l’attacco della semiala sinistra (che conteneva il massiccio motore Mikulin AM-3M) in alluminio grezzo e aggiungendo la caratteristica banda verde scuro lungo la fusoliera e la A tricolore stilizzata in coda.
Così ridipinto, l’aspetto generale del Tupolev seguiva abbastanza fedelmente le indicazioni stilistiche originariamente create dallo studio grafico Landor & Associates di San Francisco a cui nel 1969 Alitalia aveva affidato il restyling della livrea dell’intera flotta. Per eccesso di zelo, a Praga venne anche aggiunta una seconda scritta Alitalia proprio accanto alla porta posteriore dell’aviogetto sovietico, in modo che si vedesse perfettamente anche nel corso delle riprese ravvicinate. Non potevano poi mancare le marche italiane e il Tupolev venne siglato I-DIWN: immatricolazione che nella realtà corrispondeva ad un DC-8 battezzato Giuseppe Verdi, il primo velivolo della serie 62 a far parte della flotta AZ.
Ovviamente Alitalia non avrebbe mai autorizzato né l’impiego del logo, né l’utilizzo della livrea su un aereo che non facesse parte della propria flotta. Probabilmente, all’epoca venne attivato l’ufficio legale della compagnia per far sì che nel film non apparisse alcun riferimento ad AZ. Di fatto, però, le riprese del Tupolev Alitalia vennero realizzate e il film fu distribuito nel 1976 in diverse nazioni del blocco sovietico. Solamente due anni dopo la pellicola giunse anche nel nostro paese con il titolo Avventura al circo di Mosca, sebbene per ovvi motivi non riscosse un successo planetario.
In realtà, nel film l’aereo non viene mostrato che per pochi secondi: non è quindi dato sapere se le minacce legali di Alitalia abbiano sortito l’effetto di ridurre al minimo l’esposizione dell’aereo sovietico con la livrea italiana, oppure se questa decisione venne presa indipendentemente da produttori e registi per evitare future noie legali. Può anche essere accaduto che la nostra compagnia venne a conoscenza del tutto solo a cose fatte, dato che le riprese furono realizzate in un aeroporto non frequentato da Alitalia (che a Mosca faceva scalo a Sheremetyevo) e che a metà degli anni ’70 non erano certo numerose le pellicole di produzione est europea ad essere proiettate sui nostri schermi.
Ma quale fu il destino di questo spartano ma onesto aviogetto di origine sovietica, che per qualche mese riuscì a sfoggiare la livrea Alitalia? Successivamente alle riprese, la colorazione tricolore venne eliminata e l’aereo riacquistò le sembianze di un tradizionale Tupolev cecoslovacco. Quasi certamente non tornò mai più a volare e nel 1976 venne venduto ad un privato che lo sistemò nella cittadina di Olomouc (oggi nella Repubblica Ceca), vicino allo stadio di calcio, trasformandolo in ristorante.
Dopo la cosiddetta Rivoluzione di velluto, che nel 1989 rovesciò in maniera non violenta il regime comunista locale, il Tupolev cambiò più volte proprietà venendo utilizzato come wine bar e locale notturno e ridipinto in blu, rosso e bianco. L’ultimo proprietario di Olomouc, Jaromir Navratil, lo acquistò nel 1986 e lo mantenne in attività come Bar Letka TU 104 fino al 31 luglio 2012. In seguito, Karel e Miloš Tarantík, già proprietari di un museo dell’aviazione privato, entrarono in possesso dell’aereo e nell’estate e autunno del 2012, il Tupolev – in pessime condizioni – venne progressivamente smontato.
Il 31 ottobre 2012, dopo 36 anni di permanenza ad Olomouc e dopo un avventuroso trasferimento notturno su autoarticolato attraverso le strade della città, il velivolo fu trasferito allo Zruč Air Park, a nord di Pilsen, dove venne sottoposto ad un completo ed accurato restauro. Il lato destro dell’aereo fu ridipinto nella caratteristica livrea ČSA bianca e rossa, mentre nel lato sinistro venne ripresa la precedente colorazione biancazzurra della linea aerea cecoslovacca, assieme alle originali marche sovietiche; il Tupolev è tuttora visitabile, anche internamente.
Segnaliamo che di recente è stata realizzata dalla Sky Classics una riproduzione estremamente dettagliata in scala 1:200 del Tupolev, disponibile non solo in livrea ČSA, ma addirittura in quella fittizia italiana (codice modello SC149), disponibile a prezzi oscillanti tra i 200 e i 300 euro.
In definitiva, una fine carriera decisamente onorevole per uno dei più controversi velivoli che si siano mai fregiati della livrea Alitalia.
Diego Meozzi
JP4 – Marzo 2016
Avventura al circo di Mosca
(Соло для слона с оркестром / Cirkus v cirkuse)
Trama: Per un simposio, zoofili convengono a Mosca per esibire animali particolarmente dotati nell’ambito di uno spettacolo organizzato dal circo della capitale sovietica. Lo spettacolo viene però minacciato dai sabotaggi di Krisa, il vicedirettore deciso a soffiare il posto a Nicola. Aliosha, inserviente innamorato di Tanya la pattinatrice-diva figlia di Nicola, si trova costretto a improvvisarsi giocoliere e acrobata. Il Mago Smirnof, addormentandosi a causa di un sonnifero propinatogli da Krisa, abbandona in un armadio magico una spettatrice e due uomini. In un’esibizione generale si producono circassi a cavallo, acrobati, equilibristi, ginnasti, pattinatori e ballerine, domatori e animali feroci. Bobby, l’elefante divenuto rauco a causa di una scorpacciata di gelato alla fragola, riacquista la voce e canta. Archibald, cane parlante inglese, denuncia le malefatte di Krisa. Aliosha e Tanya, seguendo i suggerimenti di un fachiro indiano, volano allegramente sulla città.
Genere: Commedia
Anno: 1975 (Italia 1978)
Regia: Oldrich Lipský
Attori: L. V. Kuravlev, A. S. Lenkov, Evghenji Leonov, Jor I Sovak, H.V. Varlei, Iva Janzurová
Sceneggiatura: Oldrich Lipský, Yakov Kostyukovski, Milos Macourek, Moris Slobodskoy
Fotografia: Jaroslav Kucera
Musiche: Vlastimil Hara
Distribuzione: Metheus (1978) – General Video
Paese: Cecoslovacchia, URSS
Durata: 97 minuti
Zruč Air Park
180, 330 08 Zruč-Senec,
Repubblica Ceca
Tel.: +420 606 945 360
E-mail: tarantikm@seznam.cz
Web: www.airpark.wz.cz
GPS: 49.797008 13.450977
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